28.10.08

The Alphabet Killer. Un commento a caldo


Dopo la prova discreta di Wrong Turn, Rob Schmidt si schianta senza appigli nella mediocrità, dirigendo un film senza nè capo nè coda, farcito di ogni stereotipo dello psycho thriller e votato a un unico scopo: l'elevamento sopra tutto e tutti di Eliza Dushku.

Da brava produttrice, la Dushku rovina tutto ponendosi sempre in primo piano - in alcuni momenti si è potuto godere di primissimi piani che non lasciavano spazio nemmeno agli elementi scenici - e relegando al ruolo di semplice bracciante il povero regista.
Dismessi i panni da ammazzavampiri, la megalomane cacciatrice distrugge uno script già barcollante, ispirato chiaramente a Zodiac, farcendolo di intuizioni al limite del ridicolo e colpi di scena sempre previsti con largo anticipo. Se a questi aggiungiamo immagini fotocopie di Tru Calling, un killer inafferrabile e tante bambine fantasma con tanto di quel verso gutturale marchio di Shimizu, rischiamo l'en plein nella miseria.

Alla nuova signora del thriller quanto riportato sopra non basta e decide di toccare l'apice del ridicolo aggiungendo sul piatto, inizialmente, una schizofrenia che - guarda il caso! - lei è capace di controllare e incanalare in premonizione e, per concludere in bellezza, un improvvisato quanto gratuito striptease.

Al povero cast, composto da pezzenti del calibro di Timothy Hutton e Michael Ironside - ma anche Bill Moseley e Cary Elwes - non resta che il lavoro sporco, svolto con impegno e devozione, tanta devozione. A
Eliza Dushku.

Sopprimetela.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Che recensione patetica, finalizzata solo a criticare Eliza Dushku, ma tu il film l'hai visto..sei stato al festival di Ravenna? Perchè mi risulta che nelle sale non sia ancora uscito...quelli da sopprimere sono i recensori mediocri come te.

san ha detto...

sì, il film l'ho visto.
sì, sono stato al festival.

recensione patetica!? recensore mediocre? allora naviga verso altri lidi, nessuno implora le tue visite, mio caro Anonimo

Anonimo ha detto...

quando si scrive una recensione bisogna essere obiettivi, non ho detto che non ci debbano essere critiche agli attori, ma una recensione che si conclude con un "sopprimetela" non la prende sul serio nessuno...e poi ipotizzzi che la stessa Dushku si sia voluta imporre perchè è co-produttrice...ma che prove hai di quello che dici??!!

san ha detto...

Questo è un commento già più civile al quale rispondo ben volentieri.
Innanzi tutto, il blog nasce dalla passione per il cinema e tutto ruota attorno ad essa. Sia le news che i commenti ai film vengono proposti solamente se catturano la mia attenzione. Infatti, se hai due minuti per scorrere velocemente un paio di pagine, noterai che non sono presenti notizie su alcuni horror mainstream come, ad esempio, l'ultimo Saw in uscita o l'ultimo Argento.
News e commenti, appunto. I miei sono commenti, non recensioni, e già dall'oggetto reputo si deduca.
Sono commenti di chi, a tuo parere, probabilmente, non capisce nulla di cinema e che si limita a giudicare senza raziocinio e cognizione di causa. Rispetto la tua opinione.
Il cinema va assaporato, vissuto per via emotiva, non sezionato con rigore scientifico e con distacco glaciale. Rispetta la mia.


Tornando in tema, il "sopprimetela" era chiaramente un paradosso, di certo non un'esaltazione della violenza e tanto meno una richiesta di atti terroristici contro casa Dushku.

Per quanto riguarda la sua voglia di imporsi, basta guardare il film per notare in quante inquadrature sia presente più lei di ogni altro elemento, in quanti passaggi lei sia forzatamente più brava di altri (ricorderai sicuramente due passaggi: l'incipit nel quale la Dushku si raccomanda con il collega di non inquinare la scena del delitto, manco fosse un apprendista e il finale con la sua "splendida" frase ad effetto) e questo, unito all'essere produttrice, mi porta alla conclusione di cui sopra.

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